ALLESTIMENTO ATTUALE

presso Villa Corvini

Benvenuti!
Siamo lieti di guidarvi all’interno dell’allestimento del Museo, attraverso un percorso visivo che ripercorre la storia dell’industria parabiaghese: dall’artigianato, sino alle grandi fabbriche che hanno caratterizzato lo sviluppo della città di Parabiago.

Scarica la mini-guida all’allestimento, in formato .pdf : CLICCA QUI 

La STANZA del MAGGIOLINI

Un rappresentante d’eccezione, fra gli artigiani della città di Parabiago, fu Giuseppe Maggiolini (Parabiago, 13 novembre 1738 – 16 novembre 1814).
In questa parte del Museo abbiamo cercato di raccogliere differenti testimonianze visive che raccontano la sua vita e il suo lavoro.

Appena varcata la soglia di questa stanza, potrete osservare un esempio dei mobili che venivano realizzati nella sua bottega: un tavolino attribuito alla Scuola del Maggiolini.
Al di sopra, nei due quadri, troviamo la copia di una fattura dell’ebanista e la richiesta di un lasciapassare: questo documento è molto importante perché troviamo la firma del Maggiolini e la descrizione dei suoi connotati fisici (come nelle attuali Carte d’identità!).

Appoggiato alla parete di fondo della stanza, un banco da lavoro da falegname, e al di sopra, due esempi dei disegni utilizzati dal Maggiolini per i suoi lavori; un tondo che riproduce quello che poteva essere il volto dell’ebanista; ed un quadretto in legno con una tarsia con due bambini.

Alle spalle del tavolino, troviamo gli attrezzi da falegname attribuiti al Maggiolini: questi furono rinvenuti da mons. Ceriani nel 1965, nella soffitta di un immobile del centro storico di proprietà dei discendenti di Cherubino Repossini, falegname del XIX secolo che, secondo la tradizione, li ereditò da un operaio della Bottega del Maggiolini.

Sulla parete di fronte, un quadro con alcuni dei rosoni utilizzati dall’ebanista per i suoi mobili; mentre all’interno del tavolo-vetrina uno schedario con tutta una serie di modelli di elementi decorativi; volumi e cataloghi a lui dedicati; le medaglie con il suo ‘volto’ e quella realizzata per il “1° premio di pittura Il Maggiolini d’oro” del 1977.

Non passeranno certo inosservate le tre grandi tele sulle pareti della stanza: queste facevano parte della decorazione del soffitto di un ambiente del Collegio Cavalleri, che veniva utilizzato dai convittori come refettorio e teatro.
Nel 1791 Giuseppe Maggiolini acquistò parte dell’immobile, per installarvi il proprio laboratorio artigiano.

Oltre al lavoro manuale, il progresso tecnologico portò all’industrializzazione.
Nella seconda parte dell’allestimento abbiamo cercato di raccogliere le diverse tipologie industriali che hanno caratterizzato la città di Parabiago e il suo territorio.

Prima di presentare le aziende, però, abbiamo scelto di dedicare un pannello alla storia industriale della città e di dare spazio agli oggetti che caratterizzavano gli uffici: come le macchine da scrivere e il telefono!

L'INDUSTRIA a PARABIAGO

I fratelli Marazzini e la MEP – “Marazzini Ernesto Parabiago”
La ditta nasce nel 1897, inizialmente fabbrica macchine agricole; ma dal secondo dopoguerra inizia a produrre anche tosaerba e motori fuoribordo.

Gaetano Rapizzi, pioniere dell’industria elettro-meccanica, che nel 1912 fonda la ZEUS.
Tra gli oggetti esposti: diversi interruttori e campanelli elettromeccanici.
Il quadro elettrico, invece, è stato realizzato da mons. Ceriani per la Scuola di avviamento professionale Rapizzi, con elementi fabbricati dalla ZEUS.

Mario Re Depaolini e la ReDe
A soli 27 anni Mario Re Depaolini fonda l’azienda e realizza la prima calza femminile con marchio Rede. La produzione originaria, infatti, riguardava solo calze da donna; mentre in seguito, furono realizzate anche calze da uomo e prodotti di moda.
Nel 1944 Mario sposa Carla Musazzi, che entra a far parte dell’azienda; per la quale, nel 1964, assumerà la presidenza del consiglio di amministrazione, in seguito alla prematura scomparsa del marito.

“La città della calzatura”
Nel secondo dopoguerra, l’industria della scarpa rappresentava la quasi totalità della produzione industriale di Parabiago e molti organizzavano laboratori domestici nelle proprie abitazioni: si veda il banchetto da calzolaio, esposto, completo in ogni suo accessorio.
Inoltre, è possibile osservare tutta una serie di macchinari, attrezzi, stampi, fibbie, tomaie.. e nelle vetrine, una piccola parte dei modelli prodotti dalle aziende come Fratelli Rossetti, Italo Colombo, Lorenzo Banfi, Nebuloni..

Oltre alle grandi industrie, però, non possiamo dimenticare le fabbriche dedicate ai piccoli elettrodomestici, come Termozeta e Deastir

e Rancilio, la cui produzione l’ha resa leader mondiale nel settore della produzione di macchine da caffè. Esposti, troviamo un macina caffè e la famosa “Alpina”: macchina per caffè da bar, progettata da Giovanni Travasa, architetto e designer parabiaghese.

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Alle spalle della Stanza del Maggiolini, abbiamo dedicato uno spazio ai fondatori del Museo: qui potete vedere un tondo con il volto di mons. Ceriani; la sua scrivania; un busto della sig.ra Carla Musazzi e sulla parete un suo ritratto, accanto a quello del marito (Mario Re Depaolini).

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In fondo alla sala, accanto alla postazione computer, troviamo una vetrina, ed un ciclostile: oggetti che ripercorrono la storia della scrittura, sino all’avvento del digitale!

Infine, dietro la parete che chiude la sala, abbiamo scelto di tornare al principio.. allestendo documenti e oggetti relativi alla Pino Mobili Metallici, i cui arredi vennero progettati dall’architetto Gabriele Mucchi (colui che compare nel ritratto fotografico).